Il primo grugnito della giornata lo emetto al suono della sveglia, a cui dopo tanti anni ancora non mi sono abituata. E’ un grugnito di disapprovazione e malcontento, non molto educato, ma me lo consento per esprimere il senso di disagio e di incapacità di sopportazione. Gli altri li emetto nel corso della giornata per esprimere il mio dissenso di fronte a situazioni che sempre più mi riescono intollerabili: cassonetti della spazzatura stracolmi, corse degli autobus soppresse, deviazioni del traffico senza preavviso e con motivazioni lasciate all’immaginazione dei cittadini, lunghe attese con i call-center per prenotare una visita e così via.
L’altra mattina, quando avevo già grugnito alla sveglia, al cassonetto, alla buca lasciata aperta da tempo immemore dopo i lavori alle tubature del gas, la mia attenzione è stata captata da un segnale di pericolo posto sul marciapiede poco prima dell’ingresso della metropolitana. Il grugnito di sorpresa e disapprovazione che è uscito deve essere stato piuttosto forte, la ragazza davanti a me si è voltata di scatto con lo sguardo impaurito pensando di avere alle calcagna un animale selvatico.
Questa estate hanno deciso che per effetto di un progetto di riassetto del decoro urbano andava urgentemente (?!) ripavimentato il marciapiede, solo il lato destro, il sinistro forse la prossima estate. Nessuno aveva invocato l’urgenza di questi lavori, eravamo così contenti di camminare sull’asfalto e poi di lavori urgenti ce ne sarebbero stati a centinaia. L’operazione è risultata molto impegnativa, circa tre mesi o giù di lì. L’asfalto è stato sostituito con una nuova e più moderna pavimentazione costituita da mattonelle di cemento.
Ora quando si poggiano i piedi si è accompagnati dal concerto che magicamente scaturisce dal pavimento, visto che le lastre sono state poggiate senza essere fissate. Avranno pensato che se qualcuno avesse voluto esprimere la propria creatività avrebbe potuto nottetempo, quando la calura estiva ti porta a dover uscire a tutti i costi da casa giocare al Lego.
Il tutto risulta senza dubbio più divertente quando piove, perché l’acqua si infiltra sotto la pavimentazione e i piedi sul lastrone creano l’effetto pozzanghera, con l’acqua che ti schizza i polpacci. Ma tu senti di essere tornato bambino, quindi saltelli da un mattone all’altro invocando una filastrocca che preferirei non riportare in questo contesto.
Mai però avrei pensato che l’effetto finale dovesse essere quello di “vediamo chi cade nella buca!” perché i mattoni sono poggiati sul nulla …
In questi momenti il grugnito potrebbe essere sostituito da un ululato. Oppure per non morire di rabbia avere l’ironia e riuscire a tirarla fuori con qualcosa di analogo a quello che sono riusciti a fare questi due ragazzi con molta creatività. E mi torna alla mente un vecchio slogan in cui ahimè credo ancora “Una risata vi seppellirà!” (tanto la buca già c’è…)
Non siamo a Nord delle Alpi.
Bada bene, non ho detto: al Nord.
Ho precisato: a nord della catena alpina.
Conosco bene questo modo di procedere della cosa pubblica.
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Infatti non è un problema del sud, del centro o del nord purtroppo. Magari il sottinteso intento dell’opera omnia del TAV è quello di farci fantasiosamente pensare di essere più “vicini” ai nostri confinanti oltralpe?! 🙂
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Nelle grandi città queste buche sono all’ordine del giorno, smottamenti vari, tombini scoperchiati… Qui a Monza la situazione è migliore, direi, ma lo dico pianissimo e tengo le mazze da golf a portata di mano 😉
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Io mi sto allenando, hai visto mai diventasse sport nazionale 😉
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l’intento ricreativo dell’opera è ammirevole. Si vuole divertire il cittadino, dargli motivo di svago, rammentargli l’infanzia passata. Quasi quasi lo propongo anche da noi
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Pendolante, giuro il divertimento è assicurato, credimi, soprattutto quando piove 🙂
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