CHE CJAI…

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Il primo giorno che lo hanno trasferito nella nostra stanza, proveniente da tutt’altro settore, privo di competenze, ma di fatto promosso a “competente” perché di grado superiore al nostro, pensammo subito che fosse un po’ strano. Ma di fatto lo si pensa di tutti i nuovi arrivati poiché con la loro presenza intaccano un equilibrio precarissimo e faticosamente raggiunto dopo anni di litigi e sofferenze. Ogni componente della stanza  ha un ruolo ben definito e malamente si tollera che arrivi un Pinco Pallino qualsiasi a rivoluzionare e capovolgere un sistema rodato da tempo, dove c’è un fratello minore, uno maggiore, un papà, una mamma, una sorella rompicoglioni, un cugino scemo,uno zio saccente,una nonna aterosclerotica; tutti ruoli già affibbiati! Insomma che ruolo dai a uno così su due piedi! Fortunatamente scoprimmo quasi subito che la situazione era meno difficile del previsto: a lui non interessavamo noi, il nostro lavoro e a noi ancor meno lui. Tra l’altro non ha mai fatto nulla per nasconderlo; decisamente poco loquace, poco simpatico, poco competente, insomma poco di tutto. Solo l’altezza -di cui va fieramente orgoglioso- lo diversifica da noi  e siccome mamma deve avergli detto che l’altezza fa mezza bellezza lui si è accontentato e ha lasciato il resto al caso, o a casa.

Pertanto, quando un giorno nella stanza risuonò l’invocazione “Che cjai…” dalla sua postazione, si generò improvvisamente curiosità e apprensione. L’invocazione somigliava molto a qualcosa tipo “Ho Chi Minh!”, nonostante in realtà fosse una frase dialettale che voleva dire “che hai…” e sottintendeva una richiesta.
Quindi, esattamente come ai tempi della scuola in cui il prof prende il registro e scorrendo i nomi dice “oggi viene…”, noi facemmo le facce beote e indifferenti, sperando che la richiesta non fosse diretta proprio a noi.
In effetti la richiesta era lanciata a tutta la comunità e il prosieguo della frase era “…’na tavoletta de legno?”. Ora, non lavorando in una falegnameria, tutti cominciammo a fantasticare sulla richiesta, fino a pensare alla possibilità dell’utilizzo per punizioni corporali nei confronti dell’impiegato che avesse sbagliato.
Da quel giorno le richieste si sono ripetute con cadenza pressoché giornaliera, sempre più astruse, del tipo “che cjai una camera d’aria?”. Come no! Tutte le mattine prima di uscire di casa infilo in borsa un pacchetto di fazzoletti e una camera d’aria, nel caso incontri un ciclista in difficoltà, così da accorrere in suo aiuto, tipo giovane marmotta e fare la mia buona azione quotidiana. “Che cjai dell’acquaragia?”. Eh no caro, quella ancora non è prevista nella dotazione della cartoleria e a tutt’oggi nessuno ha mai cominciato a spennellare le pareti dell’ufficio con disegni stile street art, colto da raptus. “Che cjai ‘na pinza? mastice? lacci da scarpe (anzi per l’esattezza per scarponi da montagna)? sellino? vernice per un ritocco alla carrozzeria della macchina? scatola di polistirolo?  piastrelle da cucina che avanzano? martello? acetone? pinzetta?  …e cavolo nun cjavete mai gnente!”
Tutto ciò potrebbe sembrare esagerato, ma vi assicuro che è tutto, o quasi, vero. A lui sembra naturale chiedere, esternare la sua esigenza primaria indipendentemente dal contesto in cui si trova. Esattamente come il bambino che esterna alla mamma la sua necessità di fare la cacca.
In quei momenti mi torna alla mente una pubblicità, il cui slogan era “per l’uomo che non deve chiedere mai”.
Pensate che se gli regalassi due o tre campioni di Denim e glieli piazzassi sulla scrivania comprenderebbe il messaggio subliminale?
E comunque adesso il problema si è posto. Che ruolo gli affibbiamo a “che cjai?!!”? Risposta assai difficile…

Informazioni su lacantatricecalva

Se non fossi come sono, mai avrei iniziato a scrivere un blog e mi sarei persa un sacco di cose. Tipo.. ma che cos'è un Gravatar?! Bene se non ho fatto casini, almeno ad una cosa aprire un blog è servito.
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23 risposte a CHE CJAI…

  1. stravagaria ha detto:

    Ma cosa se ne dovrebbe fare di tutto ‘sto materiale nelle ore di ufficio? O lo raccoglie per gli hobbies del tempo libero?

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    • lacantatricecalva ha detto:

      Riesce ad usufruirne anche durante le ore di ufficio. La tavoletta di legno, rimediata alla fine negli scantinati dell’ufficio, è stata presa a martellate durante la mattina, ma non mi chiedere a cosa servisse. Forse la usa al posto delle biglie cinesi antistress 😉

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  2. Guido Sperandio ha detto:

    Ma quel tipo è stato assunto per lavorare o mettere su casa?
    In ogni caso, al tuo posto, un tipo così, curerei di averlo sempre a tiro d’occhio, mai alle spalle 🙂

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  3. tiZ ha detto:

    ahhah ma è miticO !!

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  4. io sono cresciuto in mezzo ai “che cjai mille lire?”, che quasi questo simpatico figuro mi evoca un non so che di nostalgia! 😉

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    • lacantatricecalva ha detto:

      Amme mi dispiace dirtelo ma t’hanno fregato, dalle mie parti chiedevano cento lire!
      In effetti lui è per una forma stile garage sales e tutto sommato, dati i tempi, sarebbe una cosa anche simpatica se avvenisse oltre che nei luoghi consueti in maniera più spontanea tra amici e colleghi. Peccato che lui sia a senso unico, mai disposto a sganciare neanche un caffè al distributore e della serie “per favore evitiamo i perditempo!”.

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  5. Pendolante ha detto:

    Che sia l’aggiustatutto? La curiosità pressa. Sappici dire

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  6. manutenzionepiscina ha detto:

    TI ho nominato per il Liebster Award 4.0! Spero ti faccia piacere! Trovi tutte le info su http://manutenzionepiscina.com/2015/05/16/liebster-award-4-0/
    Buona giornata Annalisa 🙂

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  7. niarb ha detto:

    Ahahahahahah! Ma che è? Lavori sull’isola di Lost?
    Con un capo così ci vuole il gonnellino di Eta Beta..

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  8. sallychef ha detto:

    che movimento che nella tua stanza 😀 😀 anche di questo, come del prf di ginnastica, ne voglio qualche chilo!!! 😀 😀
    besos
    Sally

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